Violenza sulle Donne

In data 08/07/2019 durante la seduta del Consiglio Comunale abbiamo approvato all’unanimità la sistemazione di una panchina rossa nella zona antistante il Municipio. Io intervenni specificando come un simbolo, utilizzato per la ricorrenza del 25 novembre, non dovesse limitarsi ad essere  tale durante quella giornata, ma che in realtà dovesse tradursi in azioni concrete sul nostro territorio. Riferii al Consiglio di essere a conoscenza di alcune situazioni ad alto rischio presenti nel nostro paese, ricordando come Roveredo non fosse in questo senso un’ oasi felice.

Non basta una volta all’anno, con una specie di saggio scolastico, rivolto ad una piccolissima fascia di cittadini, o con un collage di loghi raccattati da altri Comuni, con cui si fa un anonimo cartellone contro la violenza sulle donne, non basta accendere i lumini o colorare di rosso la fontana! A suo tempo parlando con l’Assessore Patrizia Pasquetti ed anche con il Sindaco offrii la mia collaborazione; svolgendo azione di volontariato presso il Centro Antiviolenza Voce Donna da diversi anni, ho una certa esperienza sull’argomento. Suggerii, come già avviene in molte scuole della Provincia, l’intervento differenziato per grado ed età  da parte di operatrici specializzate. Ricordo che alla base di questo immenso problema vi è un fatto culturale, che si perpetua e trasmette tra le generazioni di uomini e donne. Ed è proprio perchè non si interviene cambiando la nostra cultura, partendo quindi dai più piccoli e dai giovani, che la situazione non cambia. Ricordo peraltro, che molte volte, proprio durante gli interventi delle operatrici presso le scuole, emergono situazioni difficili, che in caso di grande pericolo possono venire segnalate.

In molti comuni della nostra provincia, le amministrazioni hanno istituito degli sportelli di ascolto, collocati in siti ad hoc, presso i quali le donne possono recarsi e parlare della loro situazione, senza temere di non essere credute o giudicate.

Nessun maltrattante e nessuna donna maltrattata andranno mai a “sedersi” sulla panchina rossa!

Le donne, e così probabilmente era per Aurelia, si vergognano della loro situazione, il rivelarla comporta il riconoscimento di un fallimento. Sono donne che subiscono la demolizione progressiva della loro autostima, subiscono terribili ricatti, a partire dal fatidico “Ti porto via i figli!”; sono ricatti di natura psicologica ed economica. Molte volte le donne sono casalinghe, o guadagnano poco, come possono allontanarsi con i figli dal compagno violento? Ecco perchè è di fondamentale importanza portare a conoscenza in maniera capillare la portata di questo problema, far sentire alle donne che ci sono persone pronte ad ascoltarle ed aiutarle ad uscire dal loro percorso di violenza.

Non dimentichiamoci dei figli, creature innocenti che subiscono la cosiddetta violenza assistita, bambini che da adulti tenderanno a riproporre il modello genitoriale perpetuando così i ruoli di vittime e carnefici.

Ribadisco, è molto più importante investire soldi sui contenuti della scuola, che sul loro contenitore!

Raffaella Garlato

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